Pregiatissimo direttore,
ecco un racconto sulle bellezze del creato.
C'era una volta un albero che viveva solitario in un piccolo frammento di terra, in mezzo ad uno specchio d'acqua. Era bellissimo, ma su quel pezzettino di terra c'era spazio solo per lui e, per sopravvivere, doveva spingere le sue radici sempre più giù, fino al cuore della madre terra.
Gli altri alberi lo ammiravano ed invidiavano la sua bellezza, ma lo compativano anche con un leggero velo di disprezzo. Dicevano continuamente: «Guarda quel poveraccio! È sempre solo, vive, invecchia e morirà senza nessuno accanto, senza nessuno da amare e che lo ami.
A cosa gli serve tanta bellezza? Che se ne fa di un cuore se non ha un altro albero per cui battere? Sarà un cuore indurito ed atrofizzato!».
L'albero, giorno dopo giorno, sentiva queste parole portate dal vento e si rattristava. I suoi rami non avevano accanto altri rami da accarezzare e stringere, quindi il destino, che lo aveva fatto nascere su un coriandolo di terra, lo aveva condannato ad una vita solitaria. Lacrime di resina e linfa sgorgavano copiose dal suo cuore.
Madre terra, che udì il vibrare del pianto dell'albero, con voce dolcissima gli parlò direttamente al cuore: «Tu non sei solo! Il tuo cuore non è arido e solitario; io lo sento pulsare e battere più forte per ogni nido che i tuoi amici uccellini costruiscono fra i tuoi rami e noto, alla schiusa delle uova, i tuoi rami protendersi amorevolmente e premurosamente per cullare e proteggere i piccoli appena nati. Vedo con quanto amore offri i tuoi rami fronzuti agli scoiattoli ed agli altri animaletti che vivono con te. Tu li ami tutti e da tutti sei amato.
Vedi, albero mio, non esiste soltanto un tipo di amore; tu dai con generosità amore ed affetto a tutti quelli che ti sono accanto. Il tuo cuore è vivo e grande e tu non sei solo e mai lo sarai».
Udì queste parole anche l'acqua che aggiunse: «Ti ho visto nascere, crescere e diventare così bello e grande; abbraccio la tua immagine in ogni istante e tu, con la tua ombra, consenti, nella calda stagione, a tutte le creature che vivono in me di trovare refrigerio. Non te l'ho detto mai quanto ti voglio bene?».
Ad un tratto tutti gli uccellini intonarono la più dolce canzone d'amore che mai avessero cantato.
Lacrime di felicità accarezzarono il cuore di quell'albero che si unì al loro canto con voce di foglie arpeggiate dalle dita gentili di una brezza amica.
«La più felice di tutte le vite è una solitudine affollata» (Voltaire).
Grazie di cuore per l'ospitalità.
L'ALBERO E LA NATURA
28/01/2025 - Luigi Bertolini