Egregio direttore, proprio un anno fa inviavo una lettera al giornale che lei, con la sua bella cortesia, consentì che fosse pubblicata (16 gennaio 2024, titolo "Tu es Petrus": amareggiato per gli attacchi contro papa Francesco, riflettevo sulla spinosa questione dell’autorizzazione delle benedizioni alle coppie irregolari ed omosessuali nella Chiesa cattolica).
Ma è proprio all’interno della Chiesa, non bastasse solo dall’esterno, che i vari Minutella, monsignor Viganò ed altri gettano il loro veleno accusandolo di essere la rovina della Chiesa(!) o di tacere (sic!).
Ricordo che, appena eletto, ogni Papa si ritira in una stanza chiamata “stanza delle lacrime”. Chi tra noi pensa che nel suo cuore quelle lacrime non si rinnovino ogni giorno, nel silenzio del raccoglimento, esame di coscienza che ogni buon cristiano è invitato a fare al termine della giornata?
Ogni Papa può essere indicato con una certa caratteristica.
Giovanni XXIII: il papa buono ( ...«fate una carezza ai vostri bambini e dite che è la carezza del Papa»); Paolo VI: il papa amletico (con il suo appello: «A voi uomini delle Brigate Rosse...»); Papa Luciani, il sorriso di Dio («Dio, più ancora, è madre»); Giovanni Paolo II, spalancate le vostre porte, non abbiate paura («Prego per il fratello che mi ha colpito, al quale ho sinceramente perdonato»); Benedetto XVI (il grande teologo che dialogava con il matematico, con l’ateo che voleva fargli da maestro).
E adesso? Adesso c'è Bergoglio, ovvero Papa Francesco, venuto dalla “fine del mondo” e che, deposto l’abito ignaziano per quello dell’umile di Assisi, ai confini del mondo: tra-noi-su-sedia-a-rotelle-apostolico-instancabile-viaggiatore. Francesco sarà sempre ricordato come il Papa della misericordia («Dio perdona tutti e tutto, sempre; non si stanca mai di perdonare; siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono...»).
Il provincialismo di chi, debole di udito,resta fermo all’Oltre-Tevere, mentre da oltre-oceano già si affacciano all’orizzonte inquiete tenebre e lunghe.
Il filosofo inglese Hume scriveva che orgoglio ed umiltà rivelano con immediatezza il nostro “io”, ovvero chi siamo.
Umilmente aggiungerei: dopo il Settecento per l’uomo di oggi, e di sempre, (andando oltre Sartre che aveva le sue ragioni), il senso della vergogna, che si origina dalla capacità di discernere tra il bene ed il male.
Quell’esempio, per tutti: «Chi è senza peccato, scagli la prima pietra...».
Con stima.
FRANCESCO, IL PAPA DELLA MISERICORDIA
21/01/2025 - Umberto Masperi