INCONTRO CON D'AVENIA, GLI SPUNTI DI UNA SERATA

27/03/2024 - Gianni Mereghetti

Carissimo direttore,
Abbiategrasso ha avuto la possibilità di incontrare Alessandro D'Avenia, venerdì 22 marzo; è stata un'occasione molto significativa poter avere nella nostra città uno degli scrittori di maggiore qualità e talento che oggi ha l'Italia e che sa stare a livello mondiale; non si può che essere grati di aver avuto una grande testimonianza di umanità che ha arricchito il lavoro che da anni sta facendo Comunità Educante e che si sta vedendo nella rassegna "Umane Connessioni". Mi sembra quindi importante, dopo aver ascoltato D'Avenia e averlo visto in azione, domandarci che cosa abbia portato di nuovo in questo lavoro che la città sta facendo per ridestare l'impegno educativo e per rendere i giovani protagonisti.
Io non so rispondere alla domanda che però sento viva e incalzante, una domanda da affrontare per fare un passo deciso in avanti nel cammino intrapreso e continuamente rilanciato.
Ho solo degli spunti che mi vengono dall'aver ascoltato D'Avenia, degli spunti che mi rilanciano in un lavoro.
Il primo è quello che lo scrittore ha citato parlando di Ulisse, che arrivato ad Itaca non è riconosciuto, è Nessuno, poi diventa pian piano se stesso incontrando il cane, Argo, poi il figlio Telemaco, poi la nutrice, la moglie, infine il padre. Uno spunto interessante quello che ha dato D'Avenia: ciascuno trova la propria identità perché gli altri la riconoscono. Questo è decisivo, e mi vengono in mente i giovani che spesso hanno davanti adulti che dicono loro "questo non va bene, quest'altro non va bene, figurarsi questo!" e invece hanno bisogno di adulti che li riconoscano per quello che sono. È un passaggio decisivo questo, spesso noi adulti carichiamo i giovani di un "dover fare" mentre ciò di cui vi è bisogno è della semplicità di uno sguardo che sappia riconoscere ciò che di positivo vi è in ognuno di loro.
E qui viene il secondo spunto che mi ha colpito, quello della unicità di ogni persona e della sua libertà. Questo è uno sguardo affascinante, la capacità che ha testimoniato D'Avenia di riconoscere che ognuno è una creatura grande e unica così come è: in 14 miliardi di anni non si è mai creata la condizione per cui la persona che ho davanti ora, è unica ed eccezionale ed è totalmente libera di essere. Questo è uno sguardo che dà i brividi, è la capacità di cogliere l'altro come unico e porta ad essere grati di averlo davanti: così si guarda l'altro come qualcosa di positivo e si stima la sua libertà, si impara dalla sua libertà.
Sono solo due spunti che io sento veri in un cammino che sta aiutando me a guardare me stesso e i ragazzi e le ragazze che incontro con uno sguardo nuovo, senza pretendere che siano come io li ho in mente secondo i miei canoni, ma con gratitudine per quello che sono e teso ad imparare da ognuno di loro.