AUTONOMIA DIFFERENZIATA: PER UNA RIFLESSIONE

21/02/2024 - Azione Cattolica Comunità Pastorale San Carlo Abbiategrasso

In questi giorni molto si parla di una legge che sta percorrendo positivamente il suo cammino istituzionale, dopo l’approvazione in Senato: la cosiddetta legge sulla “Autonomia differenziata”.
Questa permetterebbe alle Regioni di legiferare su parecchie materie, con la possibilità di “trattenere parte del gettito fiscale generato sul territorio per il finanziamento dei servizi e delle funzioni di cui si chiede il trasferimento”.
Ci interroghiamo, perplessi, sulla possibilità che, in nome di una maggiore autonomia delle Regioni, si ottenga il risultato che le Regioni più ricche lo saranno ancor di più, a discapito di quelle che continueranno ad avere ancor più problemi (pensiamo solo alla gestione del diritto fondamentale alla tutela della salute, già in molte Regioni pesantemente penalizzato per inaccettabili diseguaglianze ).
Ci stimola alla riflessione su questo tema la lettera aperta di don Mimmo Battaglia ( Arcivescovo Metropolita di Napoli) sull’autonomia differenziata, dal titolo “Il Vangelo e la Costituzione”, che invitiamo tutti a leggere (https://www.chiesadinapoli.it/il-vangelo-e-la-costituzione) e di cui riportiamo qualche passaggio.
“… il nostro Paese, che dalla grave pandemia è uscito impaurito e diviso, rischia di essere trascinato in un campo in cui l’egoismo che ci prende sempre di più si codifica in scelte politiche nette. Scelte che alimentano quel desiderio di separatezza di una parte del territorio da tutto il resto del Paese. Un desiderio questo che ha un’origine lontana. In quel tempo in cui si pensava ad una diversa articolazione dello Stato, di fatto divisiva e separatista, mascherata di decentramento e partecipazione dal basso, quando invece altro non era che il tentativo di fare dell’Italia, nazione grande e prestigiosa, tante piccole italie … Oggi quella cultura della divisione, quel sentimento di egoismo che si è progressivamente trasformato in una sorta di indifferenza collettiva nei confronti della sorte dell’altro, sta prendendo sempre più la forma di un’altra legge possente. Di un altro colpo, cioè all’impalcatura democratica dello Stato fondato sulla partecipazione di tutti (territori e cittadini e istituzioni e culture, nessuno escluso) alla costruzione della ricchezza del Paese.
I sostenitori della legge dicono che anche nella Costituzione si trova affermato il principio delle Regioni Autonome, ma “dimenticano che la Costituzione, prima, durante e dopo quell’articolo, narra dell’eguaglianza autentica fra tutti i cittadini e prescrive che sia lo Stato a garantire l’effettiva parità … La bellezza della nostra Costituzione è nella inscindibile unità tra autonomie e solidarietà, tra libertà individuale e azione sociale, tra ricchezza individuale e ricchezza complessiva … tra Regioni e Nazione… L’autonomia differenziata rompe questo concetto di unità … divide il Paese, accresce la povertà già troppo estesa ed estrema per milioni di italiani”.
Nel rispetto delle differenti valutazioni e posizioni politiche non possiamo restare indifferenti davanti al rischio di “abbandonare quella che si manifesta come la più grande delle azioni umane, la solidarietà verso gli ultimi”. Vediamo chiaro il pericolo che, a causa di una legge dello Stato, nella nostra Italia si creino sempre più gravi disuguaglianze, che già ora sono sotto i nostri occhi.