IL CAPPELLINO DELL'AMICIZIA

07/11/2023 - Luigi Bertolini

Sara stava ultimando il suo cappellino e rivolgendosi alla mamma disse: «Se non me lo lasci terminare, non potrò andare a scuola! Per me è troppo Importante perché altrimenti mi vergognerei, mamma!».
La mamma scoppiò a piangere, senza rendersi conto che quel cappellino era l'arma più efficace per Sara.
Intanto in altre famiglie stava avvenendo una scenetta più o meno simile. I suoi compagni di classe, per quel giorno, avevano preso una decisione importante.
Sara era un concentrato di apprensione, mentre la mamma ed il papà cercavano di incoraggiarla. Era l'ennesima volta che la ragazzina correva a guardarsi allo specchio.
«MI prenderanno in giro, lo so; penso a Marisa che non mi sopporta o a Gigi che mi chiama canna da pesca! Non aspetteranno altro!», borbottò Sara.
In quel momento grossi lacrimoni ricominciarono a scorrere sulle guance della ragazzina mentre cercava di sistemare il cappellino sportivo che le stava un po' largo.
Il papà la guardò con aria tranquilla dicendo: «Coraggio Sara, i capelli ti ricresceranno presto! Stai sopportando molto bene la cura e fra qualche mese starai benissimo».
«Si, ma guarda!», disse Sara indicando con aria affranta la sua testa che si rifletteva nello specchio, lucida e rosea.
La cura contro il tumore che l'aveva colpita due mesi prima, le aveva fatto cadere tutti i capelli.
La mamma l'abbracciò e la baciò dicendo: «Forza Sara! I tuoi compagni si abitueranno presto, vedrai!».
Sara sospirò, si infilò il cappellino, prese lo zainetto e si avviò verso l'aula, mentre il cuore le batteva forte forte. Chiuse gli occhi ed entrò. Quando li riaprì per cercare il suo banco, vide qualcosa di strano. Tutti, ma proprio tutti i suoi compagni avevano un cappellino in testa. Si voltarono verso di lei e sorridendo si tolsero il cappellino esclamando: «Bentornata Sara!».
Erano tutti rasati a zero, anche Marisa che era così fiera dei suoi riccioli! Si alzarono ed abbracciarono Sara che non sapeva se piangere o ridere, ma mormorò soltanto: «Grazie!».
Dalla cattedra sorrideva anche il professore che non si era rasato i capelli, semplicemente perché era pelato di suo ed aveva la testa come una palla da biliardo.
Morale: condividere è la terapia più efficace per tutti i mali.