RIFLESSIONI SULL'EREDITÀ DI DON LORENZO MILANI, CENTENARIO SEMPRE "GIOVANE"

22/05/2023 - Gianni Mereghetti

Carissimi amici della Libertà,
il 27 maggio don Lorenzo Milani compie 100 anni ma è giovanissimo, sta davanti a tutte le scuole con il suo piglio deciso e domandando a tutti gli insegnanti di essere come lui è stato, un uomo che amava i suoi ragazzi, che per loro ha speso tutte le energie che aveva in corpo.
Questo anniversario è una grande occasione per tutte le scuole, basterebbe farlo entrare in classe qualche secondo per portare quello che lui ha sempre portato dentro la sua scuola, un'attenzione totale ad ogni suo allievo da cui lui era certo di imparare tanto che nelle sue Esperienze Pastorali ha scritto: «Devo tutto quello che so ai giovani operai e contadini cui ho fatto scuola. Io ho insegnato loro soltanto a esprimersi, mentre loro mi hanno insegnato a vivere».
Questo è stato il qualcosa in più che aveva don Lorenzo e che sarebbe auspicabile che gli insegnanti di oggi capissero, lui non entrava in classe per far loro apprendere delle informazioni o delle tecniche, ma per imparare da loro, per lasciarsi guidare da ognuno di loro. E non perchè non facesse nulla, lui svolgeva programmi, dettava esercizi e faceva fare, ma dentro tutto questo aveva una stima per ogni ragazzo e cercava il positivo che era in lui, lottando perchè anche lui se ne rendesse conto. I ragazzi e le ragazze di oggi hanno bisogno di questo, hanno bisogno di insegnanti che abbiano uno sguardo verso di loro, che si rivolgano alla loro umanità e la facciano uscire da tante incertezze e fragilità.
Come è possibile questo? Come è possibile avere insegnanti così? Lo stesso don Milani ha risposto a questa domanda scrivendo:
“Spesso gli amici mi chiedono come faccio a far scuola e come faccio ad averla piena. ……Sbagliano la domanda, non dovrebbero preoccuparsi di come bisogna fare per fare scuola, ma solo di come bisogna essere per poter far scuola. ……Bisogna aver le idee chiare in fatto di problemi sociali e politici. Non bisogna essere interclassisti, ma schierati. Bisogna ardere dell’ansia di elevare il povero a un livello superiore. Non dico a un livello pari a quello dell’attuale classe dirigente. Ma superiore: più da uomo, più spirituale, più cristiano, più tutto” (Esperienze pastorali )
Ciò che don Lorenzo ci dice oggi è di vivere, questo rende educatori, una ricchezza di vita. Mentre laddove non c'è vita non vi è neanche il fascino di un'esperienza educativa, ma solo catene di montaggio in cui ogni studente è solo un annoiato esecutore di esercizi.
Con don Milani bisogna riportare ciò che è interessante a scuola e anche questo lui ci ha detto come: "Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande "I CARE". È il motto intraducibile dei giovani americani migliori: "me ne importa, mi sta a cuore". È il contrario esatto del motto fascista "me ne frego"."
Questo bisogna fare dentro le nostre scuole, riportare ciò che interessa, e in questo tutti sono implicati insegnanti e studenti che devono dire basta a ciò che è astratto e vuoto e ogni mattina ripartire da ciò che interessa, da ciò che sta a cuore.
Per cominciare a far questo sarebbe bello che in ogni classe si scriva a lettere cubitali: "I care".