IL NOSTRO 25 APRILE E LA RETORICA DELL'ANTIRETORICA

25/04/2023 - Umberto Masperi

Egregio direttore,
anche se non sono una cariatide (almeno dal punto di vista anagrafico) posso modestamente osservare quanto segue? Il 25 Aprile, da tempo, non è forse da chiamare “la giornata della Retorica dell’Antiretorica”?
Seconda osservazione: quella parola non c’è nella Costituzione! Ovvio, c’è la sua sostanza (a parte la XII disposizione, non ci sono forse alcuni articoli da rimeditare? Articolo 3: “Senza distinzione di razza”... come le leggi del '38?); Articolo 13: “La libertà personale è inviolabile” (come nel ventennio?); articolo 14: ”Il domicilio è inviolabile” (proprio come allora?); Articolo 21: “Manifestare liberamente il proprio pensiero“ (ibidem)...
Inoltre invito al Titolo III e IV. Terzo: anche se non sono Gisella Cardia, rendo noto che l’altra notte mi è apparsa la Madonna, con la gentilezza materna di non parlare aramaico ma il greco dei Settanta che amo tanto: “Figli dilettissimi, pronunciare quella parola – ekeinos logos - non è una bestemmia, non abbiate paura”. Papa Francesco domenica ci ha rivolto un invito: la sera, prima di coricarci, facciamo un bel'esame di coscienza.
Post scriptum: qualche anno fa un certo politico del Novarese, entusiasta fino alle stelle del Senatùr, sul 25 Aprile diceva: “Noi non siamo rivolti al passato, ma proiettati verso il futuro!”. Osservo: quel “futuro“ è ormai il presente dei nostri giorni, e quale bel futuro...