DUE PAPI DIVERSI MA UNITI

13/01/2023 - Gianni Mereghetti

Carissimo direttore, personalmente, mi amareggia molto che la maggior parte dei mezzi di comunicazione abbia voluto mettere in evidenza la divisione tra Papa Francesco e Papa Benedetto fino a parlare di complotti. Così è stata persa una nuova occasione di imparare da una testimonianza, perché si è voluto cavalcare la ricerca di scandali e intrighi di potere che non esistono se non nella testa di chi li ha inventati. Andiamo alla realtà, a quello che c'è e stiamoci attaccati così da imparare per la vita. Nella realtà ci sono due Papi diversi per stile e per modo di porsi ma segnati dallo stesso amore per Cristo e la Chiesa. Sono due Papi diversi ma non con due concezioni diverse di chiesa, no, questo è falso e pretestuoso! E questi due Papi ci hanno testimoniato che la diversità non è un ostacolo all'unità, ma una ricchezza tanto che Papa Benedetto e Papa Francesco sono stati grandi amici, in profonda comunione tra loro. Questa è la bellezza di ciò che è accaduto a Roma in questi anni e che è diventato ancora più evidente in questi giorni dopo la morte di Papa Benedetto: così mentre tanti raccontano di fratture e divisioni ai nostri cuori semplici appare una affascinante storia di unità da cui imparare per la vita. Il cardinal Semeraro dice un chiaro e netto: "no a tifoserie nella Chiesa!" Così mette a tacere tante interpretazioni sul rapporto Benedetto XVI e Francesco, sono i tifosi ad affermare tante cose di parte e senza fondamento, la testimonianza dei due Papi è limpida, sono segno di quell'unità che viene dal loro sguardo appassionato a Gesù. Forse questo tempo così doloroso è una occasione unica per riconoscere l'unità che scaturisce dal rapporto con Gesù: così tutti possiamo imparare da questi due giganti della fede che l'origine dell'unità è la sequela appassionata a Gesù. Non vi è nessun sforzo da fare per essere insieme, basta essere in rapporto con Gesù, basta accettare la sua preferenza e rispondervi con un semplice sì. Io sto con Papa Francesco e stando con lui sono assieme a Papa Benedetto, questa è la verità ed è ciò che testimoniano i due Papi con una comunione di vita affascinante che molti cercano invano di mettere in dubbio e di lacerare con picconate di falsità. Non esistono fazioni dentro la Chiesa né tifoserie, queste sono inventate dai mezzi di comunicazione che fanno di tutto per dimostrare che l'unità è impossibile: esistono diversità, non c'è dubbio che Papa Francesco sia diverso da Papa Benedetto, ma che sia diverso non significa che sia contro, significa che vivono la stessa esperienza di rapporto con Cristo con un timbro diverso e questo è solo una ricchezza. Io sto quindi con Papa Francesco che mi ha testimoniato l'unità con Papa Benedetto e in continuità con lui mi fa vedere come amare Cristo sia abbracciare tutti gli esseri umani. Nell'Udienza generale di Mercoledì Papa Francesco ha parlato della fragilità. "È importante - ha detto il Papa - anzitutto farsi conoscere, senza timore di condividere gli aspetti più fragili, dove ci scopriamo più sensibili, deboli o timorosi di essere giudicati. Farsi conoscere, manifestare se stesso a una persona che ci accompagni nel cammino della vita. Non che decida per noi, no: ma che ci accompagni. Perché la fragilità è, in realtà, la nostra vera ricchezza: noi siamo ricchi in fragilità, tutti; la vera ricchezza, che dobbiamo imparare a rispettare e ad accogliere, perché, quando viene offerta a Dio, ci rende capaci di tenerezza, di misericordia e di amore. Guai a quelle persone che non si sentono fragili: sono dure, dittatoriali. Invece, le persone che con umiltà riconoscono le proprie fragilità sono più comprensive con gli altri. La fragilità – io posso dire – ci rende umani. Non a caso, la prima delle tre tentazioni di Gesù nel deserto – quella legata alla fame – cerca di rubarci la fragilità, presentandocela come un male di cui sbarazzarsi, un impedimento a essere come Dio. E invece è il nostro tesoro più prezioso: infatti Dio, per renderci simili a Lui, ha voluto condividere fino in fondo la nostra propria fragilità. Guardiamo il crocifisso: Dio che è sceso proprio alla fragilità. Guardiamo il presepio che arriva in una fragilità umana grande. Lui ha condiviso la nostra fragilità." Questa sfida del Papa mi ha preso in contropiede, io sono uno che spesso penso che con Cristo tutto inizi una volta che ho tolto di mezzo la mia fragilità e questo mi rende la vita più complicata e difficile. La mia fragilità la vedo come ostacolo nel rapporto con Cristo, è uno sguardo appesantito allora il mio, tutti i miei fallimenti, quelli grandi come l'aver distrutto la famiglia o quelli piccoli come non saper aiutare una ragazza che ha bisogno li vedo come un impedimento di fronte a Gesù, così come le mie incapacità, quelle grandi come il non saper essere fedele ad un rapporto o quelle piccole come le mie dimenticanze le vivo come un ostacolo che impedisce a Gesù di abbracciarmi. Papa Francesco mi ha detto che non è così, che le mie fragilità, e sono tante, sono una ricchezza: è la strada che voglio prendere, ma capisco che non dipende da me, ho bisogno di uno che guardi la mia fragilità non come ciò che mi definisce, ma come ciò in cui passa l'amore di Dio. Spesso nei rapporti umani ci si scarta in base alla fragilità, trovare uno che ami la fragilità dell'altro non è facile, io stesso vedo tante volte la fragilità come ostacolo, poi ti accade di trovarti di fronte ad una ragazza che piange per un insuccesso e allora capisci che puoi guardarla con stima e non fermandoti all'insuccesso, perchè un giorno don Giussani non ti aveva scartato per il casino che avevi combinato ma ti aveva amato ancor di più. Io ho bisogno non di uno che mi inciti a guardarmi in modo misericordioso, ma di uno che lo faccia!