DIS)INTEGRAZIONE BESATESE

04/11/2022 - Patrizia Schiav

Eccomi di nuovo alle prese con il nostro impareggiabile sindaco. Sono Patrizia, mamma di Tommaso, un ragazzino di 15 anni, disabile, che frequenta la seconda superiore a Vigevano. Con la scuola tutto bene, il problema è il trasporto, dato che abitiamo a Besate. A Tommaso spetta il “trasporto agevolato”, diritto inviolabile per alunni affetti da disabilità: come sancito dagli articoli 2-3-34-38 della Costituzione, non è classificabile come servizio socio-assistenziale e quindi non è a discrezione del Comune. Il primo anno ci siamo presi, come famiglia, l’impegno di portarlo al mattino e riprenderlo al pomeriggio, con non pochi sacrifici, essendo entrambi lavoratori dipendenti. Per il presente anno scolastico abbiamo deciso di utilizzare il servizio, chiedendo supporto al Comune. L’amministrazione comunale deve solo “organizzare” il servizio, contattando eventuali operatori del settore, e cercare di usare al meglio il contributo che Regione Lombardia eroga in base ai km percorsi. Conoscendo ormai i miei interlocutori, ho preso tempo, i primi contatti li ho presi a gennaio, seguiti da diversi solleciti, comunicazione di numeri e di contatti che avrebbero potuto fornire un aiuto a diversi livelli. A luglio il grande parto: in una riunione, alla presenza mia, di mia sorella e di un dipendente comunale, il sindaco comunica di aver messo a punto un piano per il trasporto di Tommaso che avrebbe sollevato dell’onere la famiglia. Martedì 6 settembre ricevo una chiamata di conferma da parte di un’impiegata comunale. Il giorno successivo mi viene comunicato che non se ne fa nulla: per decisione del sindaco, dobbiamo arrangiarci come l’anno precedente. Mancano due giorni all’inizio della scuola, Tommaso avrebbe cominciato il 9 settembre, chiamo il sindaco per una spiegazione chiarificatrice, ma tra urla e improperi nega di avermi mai proposto un servizio quale io asserivo di aver udito formulare dalla sua bocca a luglio. In tre avevamo frainteso! La cosa che più mi ha amareggiata non è stato il doverci arrangiare, ma la negazione delle sue stesse parole, pronunciate davanti a tre testimoni. Questa persona è a capo dell’amministrazione comunale: come possiamo sperare di vederci riconosciuti e tutelati i nostri diritti e non temere invece di essere sprezzantemente burlati e beffati???