Pragmatismo per l’Ucraina

05/03/2022 - Roberto Bellia

Leggo di varie proposte americane ed europee riguardanti i provvedimenti e le azioni da compiere nel dopo Putin e mi chiedo se l’ottica nella quale opera l’Occidente sia la più pragmatica.
Per me la domanda da porsi è se nel dopo Putin sarà prioritario processare il dittatore russo o coinvolgere il popolo russo nel processo di sviluppo che porta alla democrazia: assorbire la Russia nella sfera geopolitica occidentale.
In una sua intervista a Viviana Mazza, Gary Shteyngart, lo scrittore nato a San Pietroburgo e sin dall'infanzia residente negli USA, ci ricorda che ancora oggi oltre il 50% dei russi voterebbe Putin, perciò, secondo me, è prioritario mandare un messaggio al popolo russo: il nostro obiettivo non è fare giustizia delle malefatte di Putin (per loro sarebbe vendetta) ma aiutarvi a superare i danni causati dalla sua dittatura: aiutarvi, non combattervi.
Se spiegheremo in modo inequivocabile che una volta deposto Putin il mondo libero varerà in loro favore un vero e proprio piano Marshall che li aiuti nello sviluppo economico e li faccia progredire verso la democrazia, che prometta loro una vita migliore e più libertà per loro e i loro figli è probabile che gli stessi russi, sotto la guida di qualche loro leader democratico come potrebbe essere Navalny, decidano e riescano a deporre lo zar.
Frantumare lo zoccolo duro dei putiniani garantendo ad un popolo affamato dalle sanzioni un futuro migliore potrebbe dare il via a quel capovolgimento interno che porterebbe al silenzio armi.
Credo che minacciare il leader di un popolo che nonostante tutto lo segue ancora sia solo una prova di forza utile forse alla politica interna di chi proferisce le minacce ma non certo al raggiungimento della pace nel tempo più breve: i civili continuerebbero a morire sotto le bombe mentre i leader occidentali compiono azioni utili principalmente alla loro politica (midterm in primis?).
Assorbendo la Russia nella geosfera occidentale inoltre si isolerebbe la Cina indebolendola: non mi sembra un effetto collaterale di poco conto.