AVEVAMO TUTTO PRIMA OPPURE ABBIAMO TUTTO ORA? DI CAPRIO, ROMAGNOLI E NOI...

14/01/2022 - Gianni Mereghetti

Carissimo direttore, ti chiedo un piccolo spazio per commentare l'articolo di Gabriele Romagnoli apparso sul quotidiano Repubblica di lunedì 10 gennaio scorso, che per migliore chiarezza riporto di seguito: «La prima cosa bella di lunedì 10 gennaio 2022 − ha scritto Romagnoli − è la frase finale del film "Don't look up", quando aspettando la fine ormai vicina Leonardo di Caprio assaggia il cibo, guarda il mondo intorno e dice: "Avevamo tutto". Il film può piacere o no, essere considerato di qua o di là, non è questo il punto. E' che spesso, quasi sempre va così: ci si accorge quando è troppo tardi che qualcosa che si è buttato via valeva. Intanto si va avanti, calpestando bellezza e inseguendo il vuoto. C'è sempre un equivoco, immenso, al fondo: che non finirà davvero. Ci si crede immortali, oppure si crede all'immortalità della somma di noi, del genere umano. O ancora, ci si disinteressa del prossimo, della somma di prossimi che sono i nostri posteri, figli inclusi. Bisognerebbe fermarsi adesso, un attimo, con la forchetta a mezz'aria, qualcuno che si ama a distanza ravvicinata, il panorama innevato o pieno di sole oltre i vetri, adesso che l'orologio continua, seppure a fatica, la sua corsa, la superficie non trema e il passato non è la sola cosa che ci resta. E dirlo adesso, coniugandolo come si deve: "Abbiamo tutto"».
Mi rivolgo dunque proprio all'illustre giornalista ed editorialista di Repubblica, per riprendere i contenuti del suo articolo con una semplice riflessione: avevamo tutto, come dice Leonardo di Caprio nella scena finale del film "Don't look up", o abbiamo tutto? E' una sfida interessante, che porta a chiedersi che cosa significhi questa affermazione quando lei sottolinea la nostra evidente fragilità. E' interessante che si possa dire di avere tutto e nello stesso tempo che siamo fragili, è la condizione dell'uomo che sa capire ciò che è essenziale per vivere.
L'affermazione di Di Caprio è una accusa al potere, oggi il potere ci può di nuovo togliere tutto se noi glielo permettiamo. Per questo in quell' "abbiamo tutto" vi è la nostra forza, il tutto si chiama cuore e ragione e sono il nostro punto di forza. Come diceva don Giussani, "l'amore è l'antipotere".