Il popolo statunitense è un popolo variegato e composito che si èe andato formando con la partecipazione in ordine di tempo di: conquistatori europei, conquistatori nativi; i “pellerossa” dovettero infatti subire l'invasione e la violenta emarginazione per poi, negli ultimi anni, essere riconsiderati e riconosciuti come cittadini Usa. Inoltre, conquistati latino-americaniI: con le annessioni più o meno cruente a spese, del Messico (Texas 1845, California e Nuovo Messico 1846-48); e poi acquistati (vendita della Louisiana da parte della Francia 1803 e vendita dell'Alaska da parte della Russia 1867); migranti forzati (i “negri” che dovettero subire la schiavitù) e poi nel tempo i superstiti della guerra di secessione tra nordisti e sudisti per l'eliminazione della schiavitù (1861- 1865, presidente Abramo Lincoln), nonchè dopo varie guerre esterne: la Prima (1914-18) e la Seconda (1939-45) Guerra Mondiale; le guerre in Vietnam, Corea, Iraq e Afghanistan. Dopo un lungo periodo di isolazionismo, gli Usa, sempre e comunque legati esistenzialmente all'Inghilterra, hanno soccorso quest'ultima e i suoi alleati in due guerre: la prima contro gli imperi tedesco e austroungarico; a seconda contro l'asse Roma- Berlino-Tokio. Sono state guerre vittoriose che hanno riportato alla ribalta umanesimo e democrazia in Europa, purtroppo con esclusione dell'Unione Sovietica e dei suoi satelliti dell'est, i quali non hanno potuto o non hanno voluto uscire dalla dittatura. Già in quest'ultimo caso si rivela chiaro l'assunto: “La liberta e la democrazia possono essere esportate e ripristinate solamente con la collaborazione attiva e appassionata del popolo soccorso”. Nelle guerre in Vietnam, in Corea, in Iraq, in Afganistan non vi è stata collaborazione attiva e resistenza al fondamentalismo politico- religioso da parte dei popoli. Di conseguenza il popolo e il governo statunitensi, colpiti dalla vanità della perdita di innumerevoli vite umane e dall'esborso di ingentissime risorse economiche, giustamente pongono termine al loro disastro e si ritirano. Ma la ritirata non crea la pace. anzi rigetta il popolo soccorso nella confusione e nella sofferenza. Concludendo non si può dire che gli Usa abbiano fatto male ad intervenire e male a ritirarsi. Si può dire che il soccorso contro la disumanità, la violenza, la schiavitù è doveroso, fondamentale, encomiabile. Non si può e non si deve stare a guardare, temporeggiare e riflettere. (Se si fosse intervenuti subito senza troppe remore contro l'olocausto, avremmo salvato milioni di vite umane) Bisogna intervenire infondendo, con pazienza, nel popolo oppresso il desiderio di libertà e di democrazia, spronandolo e aiutandolo spiritualmente e materialmente a ribellarsi e ad agire di “sua sponte” . Se non si riesce, ci si ritira e si ritenta imparando la lezione e rimediando agli errori di valutazione. Non prendiamocela con gli USA che rimangono, nonostante gli umani difetti, la migliore democrazia del mondo. (Dalla fondazione nel 1776 a oggi nessun colpo di stato, nessuna dittatura). Prendiamocela con tutti quegli stati dove vigono la dittatura, più o meno larvata, e il fondamentalismo laico e religioso. Sosteniamo gli USA e, nel caso, aiutiamoli a colmare alcune loro lacune nella politica interna ed estera, senza fare i saputelli e riconoscendo i nostri difetti.
UN GIUDIZIO BEN PONDERATO SUGLI STATI UNITI AI TEMPI DELLA FUGA DALL´AFGHANISTAN
17/09/2021 - giultra80