Caro direttore,
nella mia vita sono stato formica e non cicala.
Sono ormai al di là della terza età e cerco abitualmente di rifuggire le cronache del giorno per giorno, per poter invece pormi domande più di sintesi.
Evito anche di cadere nell’abitudine di paragonare il mondo della mia gioventù con il mondo attuale. Cerco inoltre di astenermi dalla generalizzazione destra-sinistra per non cadere nella trappola ed essere giudicato con preclusioni.
La domanda di fondo che mi ossessiona è questa: è meglio vivere da cicala o da formica?
Mio padre mi ha cresciuto facendomi discorsi sul dovere di studiare e poi di lavorare per guadagnarsi il pane (magari anche una fetta di prosciutto). Le vacanze servivano per rifiatare… La casa l’ho acquistata con il mutuo. Ho cercato di allevare i miei figli seguendo questi principi.
Sento e leggo invece di persone che affermano di non cercare lavoro perché hanno diritto al tempo libero, che giustificano l’occupazione delle case per un indefinito diritto alla casa, sento di studenti che si rifiutano di affrontare le prove d’esame perché non vogliono la competizione.
Vede direttore, la mia domanda e questa: ho sbagliato tutto nella mia vita? Mio padre mi ha preso in giro?
Ringrazio per l’ospitalità