AI GIOVANI VAN DETTI ANCHE DEI NO

23/06/2025 - Giuseppe Rischio

Caro direttore,
fino a poco tempo fa era proibito dire no ai giovani: si dovevano assecondare in ogni modo. Per non parlare dei voti a scuola: andavano aboliti perché mettevano ansia.
Da qualche tempo si è cambiato rotta ed ora molti sostengono che bisogna abituarli al sacrificio.
Ma quale sacrificio? Parola grossa, che serve a dar loro l’impressione che la vita sia una scalata faticosissima. Devono attraversare un bel tratto di mare e non sono nemmeno capaci di stare a galla. Allora, cominciamo intanto ad insegnare loro a nuotare… Poi… quando saranno pronti inizieranno la traversata.
Fuor di metafora: prima di invitarli al sacrificio, bisognerebbe insegnar loro l’impegno, l’educazione, il rispetto per se stessi e per gli altri. Ma non solo a loro, anche e soprattutto ai genitori.
Cominciando a ricevere dei no, ad alzarsi in classe quando entra il professore (o il maestro), ad utilizzare un abbigliamento e un linguaggio che rispettino la scuola come istituzione, trattando con umanità i propri compagni, accettando con umiltà una nota o un brutto voto (considerandoli come uno stimolo a far meglio).
E siano, se possibile, orgogliosi di essere studenti e di appartenere all’istituto che frequentano.
Ringrazio per l’ospitalità.