Carissimo direttore,
sono stato a Roma al Giubileo dei movimenti e delle associazioni e ho partecipato alla veglia con l'incontro con Papa Leone XIV. Mi ha molto colpito il clima che vi era in piazza san Pietro, un clima di grande unità come poi ha sottolineato Papa Leone. «A Pentecoste - ha detto il Papa - Maria, gli Apostoli, le discepole e i discepoli che erano con loro furono investiti da uno Spirito di unità, che radicava per sempre nell’unico Signore Gesù Cristo le loro diversità. Non molte missioni, ma un’unica missione. Non introversi e litigiosi, ma estroversi e luminosi. Questa Piazza San Pietro, che è come un abbraccio aperto e accogliente, esprime magnificamente la comunione della Chiesa, sperimentata da ognuno di voi nelle diverse esperienze associative e comunitarie, molte delle quali rappresentano frutti del Concilio Vaticano II».
Ciò che mi ha colpito e commosso è che lì vi era una Chiesa viva, fatta dalla ricchezza che lo spirito genera così da cambiare lo sguardo l'uno verso l'altro. Questo mi ha colpito e il primo ad avere lo sguardo teso verso ciò che nell'altro genera lo spirito era il Papa che mi ha insegnato a cercare i segni lasciati dallo spirito con la sua opera creativa.
Mi ha poi colpito un'altra cosa, prima dell'arrivo di Papa Leone hanno proiettato delle immagini degli incontri di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco con i movimenti: sono stati momenti da brividi che mi hanno fatto ricordare momenti importanti della mia storia e che mi hanno portato a domandarmi che cosa stia portando di suo questo Papa. Degli altri papi qualcosa sappiamo, ma di questo? Una domanda che mi è rimasta dentro e poi sentendolo parlare mi sono detto: «Ma Papa Leone riporta all'essenziale, è un Padre che mi rende certo di Cristo e si affida alla nostra libertà».
Affascinante, un Papa tutto da scoprire, una cosa c'è già, la sua certezza in questo mondo di incertezze dà stabilità e lancia nel cammino che devo fare io!