MORSICATO DAL CANE LASCIATO LIBERO PROTESTO E RACCONTO ALTRI EPISODI: BASTA!

13/11/2020 - Pietro Cucchi

Caro direttore, adesso basta! Mi spiego. Come altri fortunati mi piace, una o due volte la settimana, godere di una bella cursèta lungo il canale scolmatore fino al Ticino. Capita di incontrare padroni gaudenti che portano a spasso i loro beneamati cani in piena libertà proprio sul percorso, per sfogarsi o per lasciare il bel ricordo delle loro deiezioni.

Io ho paura dei cani e quando passo vicino a questi signori chiedo loro se l’amico dell’uomo ha già mangiato, se è vegetariano e così via. Ricevo spesso espressioni di compatimento o sorrisetti ironici.

“Finalmente” quello che doveva succedere è successo martedì mattina in prossimità della Cascina Costa. Un bellissimo esemplare dal pelo fulvo e di stazza non disprezzabile, naturalmente libero, mi ha azzannato due volte il polpaccio sinistro e successivamente il destro. Sono stato immediatamente confortato da due gentili signore, che ringrazio, che mi hanno offerto dei fazzoletti per fermare il sangue che scendeva copioso. Poco lontano, una lady (lady?) giustamente proseguiva imperterrita nell’impegnativo esercizio della propria cavalcata limitandosi ad affermare che il cane non era suo. Risultato: dieci giorni di prognosi dopo le medicazioni al Pronto Soccorso. Naturalmente il proprietario se ne guarderà bene dal farsi vivo.

Aggiungo altri episodi significativi.

Qualche tempo prima, mentre correvo sempre sulle sponde del canale, sono caduto grazie allo sgambetto di un cagnolino che attentava alle mie caviglie. Il padrone rideva compiaciuto. Un’altra volta mi si sono avvicinati due cani lupo, con intenzioni a mio avviso tutt’altro che pacifiche.

Fortunatamente sono stati richiamati per tempo dal padrone: “Non sono cattivi, non fanno nulla”: Mah….. Ho assistito alla morsicatura subita da un amico: La padrona: «Faccia pure la denuncia,

sappia che sono nullatenente».

Altro bell’episodio. A seguito delle rimostranze del proprietario di una villetta che aveva ricevuto un regalino da un cane di passaggio, la signora non ha saputo rispondere altro che: «Non poteva mica farla a casa mia».

Cammino sul marciapiede e devo scendere per lasciarlo passare. È sì al guinzaglio, è nella legge, ma io ho una paura giustificata perché la museruola è a casa: non si sa mai. Devo scendere causa intralcio del marciapiede anche quando si incontrano due o magari più persone con i loro cani, che devono scambiarsi i giusti convenevoli.

Concludo. D’ora in poi esco con la bomboletta al peperoncino, anch’io sono nella legge, e telefonino con possibilità di scattare qualche foto per documentare casi di attentati alla pubblica incolumità, da presentare alle Autorità con speranza di intervento. Assicuro che non ho nulla contro i cani, ne ho sempre posseduti anch’io, tenuti in sicurezza nel cortile, senza bisogno di una legge che spiegasse cosa dovevo fare; temo solo quelli non custoditi e fonte di pericolo alla sicurezza.

Provo però una profonda amarezza quando constato che si vuol far prevalere a tutti i costi, senza ascoltare ragioni, il concetto dell’«io posso e voglio», quando si fa riferimento a una possibilità in

modo rozzo senza guardare il dito oltre il proprio naso, quando si ribalta un piacere personale in un disagio per gli altri.

Grazie per l’ospitalità con la speranza di aver contribuito a porsi degli interrogativi su un problema di attualità di non poco conto per la convivenza sociale.