2015-2025, VILLA UMBERTO DIECI E LODE: OLTRE 600 EVENTI DALL'APERTURA AL PUBBLICO, MOLTI DEI QUALI PER BENEFICENZA
L’esordio raccontato e immortalato nella pagina della Libertà di venerdì 24 luglio, esattamente dieci anni fa. Quando Alberto espresse auspici che con Martina al suo fianco (e soprattutto grazie a lei) sono diventati realtà


Dieci anni come un soffio. Sono quelli trascorsi da quella sera del 16 luglio 2015, appunto (che era un giovedì, mentre quest’anno, la scorsa settimana, il 16 è caduto di mercoledì), quando per la prima volta il giardino di Villa Umberto 1896, elegante e storico edificio all’angolo tra viale Cattaneo e viale Cavallotti, lungo gli antichi bastioni che un tempo cingevano il borgo medioevale, affacciato sulla adiacente (e famigerata) linea ferroviaria Milano-Mortara ma separato da quella da un importante muro di cinta, da un terrapieno e dalla fitta vegetazione, aprì le porte al pubblico e accolse invitati e “curiosi” per un momento conviviale che aveva il significato di un primo passo per integrarsi con la città e con la comunità di Abbiategrasso.
Iniziativa, in quella circostanza, di Alberto Cola, che dallo zio Umberto aveva ereditato la Villa. E che innanzitutto aveva deciso di farla restaurare con il gusto e il mestiere che lo contraddistinguono da sempre; e in secondo luogo di “battezzarla” proprio con il nome del suo generoso avo, completato con la data di edificazione (che ci dice che il prossimo anno ne ricorrerà il centotrentennale…).
Di quella sera, di quella primissima volta, sono in tanti a conservare un ricordo fresco e vivo, classicamente “incredibile”, perché davvero non sembra possibile che siano già trascorsi due lustri tondi tondi. E per chi ne avesse perso le tracce, ecco che puntualmente viene in soccorso proprio il nostro giornale che nell’edizione di venerdì 24 luglio 2015 a quella inaugurazione dedicò il servizio che riproponiamo nella grande foto che campeggia in questa pagina. In quell’articolo, Alberto Cola esprimeva un auspicio e con la semplicità e la schiettezza che gli sono tipiche provava ad immaginare che cosa gli sarebbe piaciuto che potesse accadere in prospettiva: «Credo che la villa e il suo parco possano essere un luogo di incontro per diversi tipi di proposte - aveva detto - Il mio obiettivo è mantenerla in vita valorizzando al meglio le sue caratteristiche, ma anche vederla crescere come luogo di interesse diffuso, a disposizione di chi vorrà organizzare manifestazioni di qualità e con l’impegno, come proprietario, di non volerci speculare, ma solo ricavare quel che occorre per il suo mantenimento».
È sbalorditivo come a quelle parole pronunciate nel corso di una serata conviviale, praticamente confidate allo sconosciuto cronista che era all’epoca, nei riguardi del milanese dottor Cola, il sottoscritto, siano seguiti fatti concreti esattamente nella direzione tracciata e auspicata. E lo è ancor di più, in un certo senso, per il fatto che un ruolo della massima importanza nella concreta e appassionata realizzazione di tutto quello che presso Villa Umberto abbiamo visto o udito accadere in questo decennio lo abbia giocato Martina Forti, la compagna di Alberto diventata via via, insieme a lui e più ancora di lui, la vera anima delle iniziative e degli eventi che in questo tempo volato via si sono susseguiti.
«Qualcosa più di 600, anzi per l’esattezza 604», spiegano, interpellati in merito, Alberto e Martina (il che significa, in media, più di uno a settimana per tutto questo tempo!, ndr).
Non è stato anche per voi “incredibile” vedersi realizzare proprio quello per cui fin dalle origini era stato espresso un auspicio?
«È stata in un certo senso una cosa cresciuta spontaneamente e sorprendentemente - dice Martina - Intendo dire che all’inizio l’avevamo presa quasi un po’ per gioco… ma con il passar del tempo invece è diventato sempre più un lavoro… È stato un crescendo, è stato come salire una scala… In principio eravamo un po’ naïf… c’era improvvisazione, benché la cura per i dettagli non ci sia mai mancata… Ma poi, studiando sempre meglio, abbiamo potuto crescere e ci siamo via via rapportati con vari professionisti, come chi adesso cura il sito internet o i social della Villa, o come la nostra consulente per i matrimoni… senza contare le collaborazioni che cerchiamo di avere o di offrire sempre nell’ambito delle iniziative di qualità… consapevoli comunque che si possono fare e pensare moltissime altre cose».
Lavoro sì, e di conseguenza attività che deve fruttare, come nelle intenzioni di dieci anni fa, per contribuire al mantenimento di una struttura curata in ogni minimo particolare e che si è anche straordinariamente evoluta: prima con l’inserimento della struttura esterna, in giardino, poi con la realizzazione delle cucine e del bistrot al piano superiore dell’edificio con queste confinante, e infine, l’anno scorso, con il completamento della ristrutturazione della vecchia “Trattoria dell’Allea”…
Ma tutto questo non vi ha impedito di essere aperti alla città e alla comunità anche in un altro senso, ovvero di cogliere le occasioni di fare del bene ospitando svariati eventi a titolo gratuito, giusto?
«Assolutamente sì. Diciamo che all’incirca il 15 per cento delle manifestazioni (84, sempre per essere precisi) che si sono compiute in tutti questi anni in Villa Umberto hanno avuto uno scopo benefico diretto, secondo una tendenza che è in crescita con il passare del tempo, oppure sono state comunque aperte al pubblico…». Di questo genere, basti ricordare le cene annuali a favore dell’Hospice di via dei Mille in collaborazione con Lele Picelli, o le giornate (il 4 aprile di ogni anno da alcuni anni) per la consapevolezza sull’Autismo a favore dell’associazione Heiros, o le tre edizioni della “Festa d’Estate” che hanno aiutato prima gli alluvionati dell’Emilia, poi il Portico della Solidarietà (destinatario il mese scorso del ricavato di un ulteriore evento specifico) e infine, il 9 di questo mese, l’associazione Aggiungi un Posto a Tavola - Gaia. Un discorso a parte meritano le svariate iniziative dei Rotary Club (sia il Morimondo Abbazia che l’Abbiategrasso) a sostegno dei rispettivi service… Ma, beninteso, anche tutto il resto è stato di una varietà straordinaria, tanto che in diversi casi non c’è stata la “necessità” di ripetersi (una sola volta per esempio la Villa fu scelta come location per la conferenza stampa di presentazione di “Abbiategusto”) e in altri non se ne è presentata l’opportunità (un esempio fu quello del “BioBià”, sempre nell’ambito delle iniziative collaterali alla Fiera enogastronomica, venuto meno per decisione degli operatori in polemica con le politiche comunali).
Varietà che si è concretizzata anche nell’ambito delle iniziative private: matrimoni tra sposi originari del sudamerica, dell’Asia, del nordafrica e dell’Africa nera, festeggiamenti di classi di coscritti, feste di compleanno e di laurea, di battesimo e di unioni civili; e, voltando pagina, iniziative culturali (come presentazioni di libri, o mostre d’arte, o concerti musicali, o esibizioni di giovani cantanti in concorso), o eventi organizzati da aziende per celebrare una ricorrenza con relatori di spessore e poi l’immancabile buffet di qualità garantita, o le mitiche “cene con delitto” messe in scena svariate volte dall’amico Giovanni Maiorana, o ancora le gare di cucina (quella del Rotary Club Abbiategrasso intitolata “4 chef + 1, la Sfida, o quella popolare promossa dal nostro giornale per far gareggiare tra loro appassionati di cucina)…
Ma può bastare con i dettagli, benché ce ne sarebbero ancora decine e decine da raccontare.
Soddisfatti Martina e Alberto? E con quali ulteriori idee per la testa?
«Non v’è dubbio che ci siamo appassionati sempre di più strada facendo… Soddisfatti speriamo sempre che lo siano coloro che alle nostre iniziative partecipano, perché ovviamente è lì che risiede anche la nostra “felicità”… Quanto alle idee, ce ne sono ancora tante… forse troppe. La cosa che ci stimola in modo particolare è, ora che ormai è stata raggiunta la piena funzionalità della struttura, alzare l’asticella cercando di portare eventi sempre più selezionati anche dal punto di vista degli allestimenti». E poi Alberto in particolare sottolinea: «A me piacerebbe che diventassimo punto di riferimento per tante altre attività di quest’area geografica, una vetrina delle eccellenze, delle attività emergenti, un posto che sia riferimento come proposta per tutto quello che c’è di meglio ad Abbiategrasso e nel circondario…».
Un esempio è quello messo in atto durante questa estate attaverso la collaborazione con “Da Angelino Bistrot” che ha proposto, da giugno a settembre (quando vi sarà quello conclusivo, mentre la scorsa domenica 20 luglio c’è stato un riuscitissimo White Party in Villa) una serie di “apericena cantati” coinvolgendo di volta in volta, oltre appunto all’irrinunciabile dj set, altri operatori (dal panificio Moia di via Palestro al Barbershop di corso XX Settembre, a tatuatori, estetiste, rivenditori di profumi di nicchia...), e che naturalmente ha approfittato per promuovere i propri menu “da esterno” con un accento speciale sulle carni della omonima macelleria di Gaggiano cotte su una spettacolare griglia da esterno.
In conclusione, aggiungiamo che la Villa è anche, da anni, casa comunale per la celebrazione di riti civili, per cui succede, su richiesta dei diretti interessati, che si possa procedere in loco all’unione degli sposi alla presenza di un rappresentante dell’amministrazione comunale in quanto tale qualificato per poter presiedere la cerimonia. A parte questo, la Villa ha garantito alla città un valore aggiunto clamoroso, se si pensa appunto alla quantità di iniziative gestite, che senza di essa facilmente si sarebbero svolte altrove, lontano da Abbiategrasso.


24/07/2025 - Marco Aziani
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