IERI MATTINA FOLLA INCONTENIBILE IN SAN PIETRO PER L'ULTIMO SALUTO AD ANTONIO GRASSI
Un uomo che ha fatto tanto bene, non solo per l'Anffas: come allenatore e educatore in San Giovanni Bosco, dove tuttora aiutava i ragazzi nei compiti. E al lavoro, alla Masserini. Senza trascurare la grande passione per tennis, alpinismo e MTB

C’era talmente tanta gente ieri mattina, giovedì 24 luglio, nella chiesa di San Pietro in Abbiategrasso, per tributare l’ultimo salto ad Antonio Grassi, che tante persone hanno atteso fuori, sulla strada, e altre si sono avvicinate alle porte cercando di cogliere qualche momento della Messa esequiale e le parole del celebrante.
Antonio non aveva ancora compiuto 71 anni, ma era nato nel 1954 e sono in tanti, coscritti e quasi coetanei, a ricordarlo ancora per la sua cordialità e la sua discrezione fin dagli anni delle scuole superiori.
Una folla stretta intorno ai famigliari di Antonio (la moglie Ornella e la di lei mamma, signora Teresina, il figlio Filippo con Chiara, le sorelle Anna e Silvia con i rispettivi mariti), duramente provati dalla perdita di un uomo che anche nelle relazioni parentali è sempre stato presente e costruttivo. Una folla certo profondamente rattristata, ma anche consolata al pensiero di tutto il bene che in modo appunto discreto e quasi nascosto il caro Antonio ha seminato per tutta la sua vita. Lo testimoniano ancora oggi i ragazzi di cinquant’anni fa che condivisero con lui l’impegno di allenatore alla guida delle prime squadre del CSI, nella sua amata San Pietro, al punto di dire che in tanti di loro seppe lasciare il segno sia come allenatore che come educatore. Lo affermano gli ex colleghi della “Masserini Cup” di Robecco, del compianto Angelo Masserini, l’industriale del vetro scomparso all’inizio dello scorso aprile all’età di 95 anni, i quali ne hanno sempre potuto apprezzare la correttezza e l’impegno.
Sempre sul fronte del dedicarsi agli altri, se ne è parlato in questi giorni per il suo essersi messo a disposizione, da un paio d’anni a questa parte, ovvero dopo avere conseguito il diritto alla meritata pensione, dell’Anffas IL Melograno di Strada Cassinetta come autista per il trasporto ragazzi e utenti; ma sono in pochi a sapere invece che da molto più tempo si dedicava anche all’aiuto compiti per ragazzi e ragazze bisognosi sempre nell’ambito della realtà parrocchiale di San Pietro.
Corettezza, discrezione e impegno, a ben guardare, erano anche le caratteristiche di Antonio Grassi nell’esercizio delle attività che amava svolgere nel tempo libero, soprattutto di carattere sportivo: appassionato di tennis che praticava presso il Tennis Club Boschetto; amante dei percorsi avventurosi dentro i boschi del Parco del Ticino con la mountain bike, in sella alla quale, insieme a un gruppo di fedelissimi, era solito trascorrere qualche bella mezza giornata nel fine settimana in spirito di reale condivisione; provetto scalatore e assiduo estimatore della montagna con un debole per la Grigna…
Purtroppo la parete più terribile che gli fosse mai capitata gli si è parata di fronte all’improvviso solo qualche mese fa e questa non ce l’ha fatta a scalarla fino in cima, ma l’aveva affrontata ugualmente con tutto il coraggio, la forza e la speranza possibili, tanto da indurre i suoi cari, sui manifesti che ne hanno annunciato la scomparsa, a dedicargli queste semplici, calzanti e potenti parole del grande vescovo sant’Agostino di Ippona: «Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono pi dove erano, ma sono dovunque noi siamo».
Vale dunque anche per le tantissime persone presenti giovedì al funerale, a dire il loro «Ciao, Antonio!».

25/07/2025 - Marco Aziani

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