
Questa mattina alle 7.35 Papa Francesco, che ieri, giorno di Pasqua, tutto il mondo aveva visto presente alla solenne Messa in Piazza San Pietro e udito mandare al mondo interno il proprio augurio di Buona Pasqua e infine aggirarsi sulla "papamobile" tra la folla per portarle la benedizione e la gioia del Risorto, ha terminato la sua vita terrena, offrendo tutto se stesso all'umanità, fino all'ultimo respiro.
Qui di seguito ospitiamo la lettera immaginaria (ma in verità reale e attualissima, per chi crede nella resurrezione nel nome di Gesù Cristo) che il professor Gianni Mereghetti ha inviato alla redazione del giornale, rivolgendosi affettuosamente e devotamente al sommo Pontefice.
«Caro Papa Francesco,
tornano alla mente le tue parole ieri alla benedizione Urbi et Orbi, parole sussurrate, parole di grande forza quelle che hai fatto leggere; torna alla mente che tu come sempre hai voluto esserci in mezzo al tuo popolo come eri, malato sofferente, ma parte della Chiesa viva.
Caro Papa Francesco, oggi prego per te, certo che tu dal cielo pregherai per me che ne ho tanto bisogno, mentre tu gioisci nella felicità eterna, la tua vita compiuta.
Caro Papa Francesco, tu sei stato testimone di una cosa grande, e cioè che tutto della vita appartiene a Gesù e che lo stesso Gesù risponde alle domande dell'essere umano nel modo che egli desidera, ma non immagina; tu sei stato testimone di una Chiesa viva, una Chiesa in uscita e non chiusa nelle sue strutture, una Chiesa variegata, arricchita da tutti in modo originale,
una Chiesa che abbraccia ogni bisognoso; tu sei stato testimone di un grido senza pause per la pace, un grido che ha continuato ad alzarsi cercando il cuore dell'essere umano, tu sei il Papa della pace.
Oggi ci lasci questa consegna: di continuare a vivere tutto in Cristo, di arricchire la Chiesa stando attaccati alla sua origine, la resurrezione di Cristo, di affermare la bellezza della vita cristiana, e di gridare, gridare, gridare per la pace!
Caro Papa Francesco, porto con me la memoria viva di te e prego che il Signore ti abbracci.
Tu ricordati di me in Paradiso, ne ho molto bisogno. Amen».
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