
La truffa, che consiste nel raggirare persone anziane introducendosi in casa loro con uno stratagemma per poi compiere un furto in piena regola, è nota, ma purtroppo riesce ancora a cogliere di sorpresa uomini e donne che nonostante tutte le raccomandazioni delle Forze dell’Ordine e dei giornali, quando si trovano presi di mira non riescono ad avere la lucidità per reagire, oppure, come vedremo, si lasciano intimorire e per paura di peggiorare la situazione subiscono le angherie dei malviventi. Nello specifico, quella accaduta qualche giorno fa ai danni di due vicini di casa presso i rispettivi appartamenti è stata messa a segno da falsi agenti di Polizia locale i quali, presentandosi in divisa, sono riusciti a convincere i malcapitati di dover effettuare dei controlli all’interno del loro condominio in quanto si dava il caso che fosse stata segnalata la presenza di un ladro, per cui era loro compito eseguire i dovuti controlli.
Peccato che i ladri, di fatto, erano proprio loro. Che, ottenuta la possibilità di accedere al palazzo riuscendo a convincere la loro prima vittima ad aprire il cancello e il portone, si sono affrettati a raggiungere il suo appartamento e a farsi aprire anche la porta di casa; e così, mentre uno dei due intratteneva l’uomo raccontandogli che era necessario che rispondesse a qualche domanda di un misterioso questionario che doveva servire ad accertare appunto che il (presunto) malvivente ricercato non si fosse introdotto in casa sua, il complice otteneva sbrigativamente il “permesso” di andare di persona a “controllare”, di fatto approfittandone per frugare nei cassetti e razziare tutti gli oggetti di valore che gli fosse riuscito di scovare. Tale è stata poi la scaltrezza dei due malviventi in divisa, da convincere la loro prima vittima, al momento ancora ignara e anzi rassicurata e grata per la loro presenza, ad accompagnarli dal dirimpettaio per potersi introdurre anche a casa sua. E infatti costui, vedendo dallo spioncino che ad avergli suonato il campanello era il suo storico vicino di casa accompagnato dai due (presunti) agenti, non ha esitato ad aprire per chiedere che cosa stesse succedendo. E quei due di nuovo a ripetere da capo la pantomima del ladro che era stato visto introdursi nel palazzo e salire le scale e che dunque era necessario che lo cercassero anche in casa sua e che raccogliessero anche da parte sua le risposte al “questionario”: «Uno dei due l’ho intravisto appena quando sono entrati in casa ed è subito sparito mentre l’altro, più alto e con i baffi, mi imbambolata con i suoi discorsi - ha raccontato l’indomani la seconda vittima, ancora frastornata e incredula - A dire il vero, ad un certo punto mi è proprio venuto il forte sospetto che mi stessero raggirando… ma non sapevo come fare a liberarmene, ho temuto che se avessi reagito in malo modo avrebbero potuto colpirmi, o far del male a mia moglie che non sta bene e non si era resa ancora conto di niente… e così ho cercato di liberarmene il prima possibile con le buone maniere, ma appena se ne sono andati ho fatto l’amara scoperta di non trovare più nulla di tutti i nostri gioielli, degli oggetti preziosi di una vita il cui valore in molti casi era affettivo assai più che economico… Una tristezza che non vi dico…».
La raccomandazione è sempre la stessa: non aprite, non aprite a nessuno che non conosciate più che bene, anche se si accompagna ad un vostro amico o a qualcuno di famiglia. E, possibilmente, chiamate subito i Carabinieri, per sperare che chi delinque venga colto sul fatto e così passi i guai che si merita.
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