ASSOCIAZIONE ITALIANA ARBITRI
CALCIO



14/10/2022-
Due anni fa, l’1 ottobre si spegneva Giovanni Donati, 87 anni, per 69 anni tesserato AIA (Associazione Italiana Arbitri). Gianantonio Passoni, col suo formidabile archivio calcistico abbiatense, e “Ordine e Libertà” vogliono ricordarlo. In tempi di Var, la figura di un signore vestito di nero che passa le sue domeniche sui campi di calcio nelle categorie non eccelse, è una foto romantica che con struggente nostalgia ci riporta ai tempi belli e passati del " fulber" (storpiatura dialettale di footbal tanto cara a Gianni Brera). E sì, cari dieci appassionati lettori che leggono queste nostre righe, senza questi "ometti" che sacrificavano, quasi gratuitamente, le loro domeniche su campi, il più delle volte fangosi, cambiandosi in spogliatoi tuttaltro che confortevoli, beccandosi ogni epiteto immaginabile il più carino dei quali era "venduto", senza questi personaggi il calcio non potrebbe esistere. Non esisterebbero Pelè, Ronaldo (quello vero), Messi e tutti gli altri perchè senza gli arbitri il gioco del calcio non si potrebbe giocare. E gli arbitri da dove vengono? In Italia esiste l'AIA, associazione che si occupa di reclutare e di formare uomini e donne all'arbitraggio calcistico. Ebbene proprio nell'Aia il nostro concittadino Giovanni Donati ha fatto una carriera non appariscente ma importante, oltre che per l'arbitraggio puro e semplice, per il ruolo di formazione e assistenza del Comitato Arbitri di Abbiategrasso che ha sfornato "giacchette nere" di tutto rispetto (vedi Domenico Mirigliani ad esempio) e anche a livello nazionale. Per i vecchi curiosi e i pochi (purtroppo) giovani che volessero intraprendere questa carriera riassumiamo in breve il curriculum di Giovanni Donati. Classe 1933, nel 1951 si iscrive al corso di arbitro organizzato dall'Aia milanese; nel 1952 al termine del corso supera brillantemente l'esame di idoneità arrivando secondo su sedici partecipanti. Il 6 gennaio del ‘52 arbitra la sua prima gara fischiando gli Juniores del Vigevano contro Gravellona. Già nel ‘53 il Comitato regionale Lombardo lo premia come miglior giovane e lo promuove ad arbitrare in seconda categoria. Sempre fra i migliori, nel ‘55 passa in prima categoria e nel ‘56 in promozione. La sua carriera piena di successi e premiazioni arriva alla serie D ma per le regole di allora, a causa della sua altezza non certo da granatiere, non viene ammesso ad arbitrare nelle categorie superiori. Ma la passione rimane e i dirigenti regionali e nazionali non lo mollano. Nel 1969 lascia l'arbitraggio sul campo per essere nominato assistente arbitrale in serie D dove rimane per 5 stagioni. In questi anni è addirittura designatore delle gare del comitato periferico di Abbiategrasso e partecipa alle riunioni del giudice sportivo (quello che commina le giornate di squalifica) come rappresentante degli arbitri. Il 1973 è un anno importante per Donati che con il collega Francesco Carughi viene insignito dall'AIA di medaglia d'oro come "coppia di migliori assistenti arbitrali". La carriera di Giovanni Donati continua ad evolversi. Nel 1974 passa alla CAN (comitato nazionale) dove rimane fino al limite d’età consentito (47 anni). Nell'81 supera gli esami, diventa osservatore degli arbitri e gira per i campi per dare le pagelle fino all'età di 76 anni. Numerosi i premi che impreziosiscono il suo operato: nel'81 viene nominato arbitro benemerito e riceve la medaglia d'oro della sezione di Abbiategrasso per gli anni da tesserato; viene anche premiato dalla sezione di Piacenza come miglior dirigente di sezione. Lo premia pure la Consulta sportiva di Abbiategrasso. In occasione del centenario della fondazione dell'AIA viene premiato con medaglia d'oro per i 60 anni di militanza. Il 15 aprile 2014 l'allora presidente federale Nicchi in visita alla sezione di Abbiategrasso premia Donati dopo averne lodato la carriera e la lunghissima e corretta partecipazione a tutte le varie attività del mondo arbitrale. Ecco, la passione di Giovanni Donati arbitro la domenica, lavoratore e padre di famiglia tutti gli altri giorni, abbiatense innamorato del cacio e del fischietto sempre sia di sprone a qualche giovane di buona volontà perchè il calcio senza fischietti non esisterebbe.