CORSA PODISTICA



30/09/2022-Cecilia Pedroni, lo “stambecco”
Nella Nazionale campione del mondo di sky-running in Val D’Ossola

Non pensava di rimettersi nuovamente in gioco Cecilia Pedroni, ma alla chiamata di Roberto Mattioli, commissario tecnico della Nazionale FiSky (Federazione Italiana Skyrunning) non ha saputo resistere. Così lo “stambecco di Abbiategrasso”, nota per i suoi tanti traguardi tra le montagne, ha scelto di partecipare alla quarta edizione dei Campionati del Mondo (biennali) di skyrunning organizzati in Val d’Ossola dal 9 al 11 settembre scorsi. Erano 16 gli atleti della nazionale italiana presenti e 3 le gare che hanno permesso agli azzurri di vincere la classifica per squadra (per la prima volta!). Cecilia ha gareggiato nella specialità SkyUltra, tenutasi il 10 settembre sui sentieri e le cime della Bettelmat Ultra in Val Formazza, Valdo, Domodossola su una distanza di 57 Km con un dislivello positivo di 3500 metri. «Mi sono classificata al decimo posto e sono soddisfatta, di più non potevo chiedere. Non pensavo di partecipare ai Mondiali, ma davanti alla convocazione del tecnico della nazionale, che mi ha scelta per i miei precedenti risultati, ho davvero impiegato una manciata di secondi ad accettare questa nuova sfida. Ho iniziato solo in primavera ad allenarmi in previsione della competizione, decisamente tardi rispetto alle precedenti stagioni. Ho cercato di dare il massimo, anche se il percorso non era proprio nelle mie caratteristiche. Amo fare fatica, il mio corpo ne ha bisogno. E non so stare ferma. Il lockdown per me è stato una sofferenza». Cecilia Pedroni non è una che si accontenta, le piace darsi nuovi obiettivi e crede molto nel valore dello sport. «Senza non potrei vivere. Ho praticato ginnastica artistica per moltissimi anni, sono stata nell’Aurora, la squadra femminile di calcio abbiatense, per cinque anni e una volta appese al chiodo le scarpe con i tacchetti ho iniziato a correre. Da allora non mi sono mai fermata. Farlo in pianura per me è una fatica, preferisco i sentieri ripidi di montagna e così ho iniziato a fare gare in quota, dedicando tempo ed energie a questa attività». I risultati, Cecilia non si stancherà mai di ripeterlo, arrivano solo grazie all’impegno e alla costanza. «I Mondiali non hanno fatto altro che confermare la mia convinzione. Questa cosa non si improvvisa, se vuoi correre e fare bene ti devi impegnare. Anche il più bravo non può permettersi il lusso di sedersi. Lo sport è disciplina, sudore, fatica. Aiuta moltissimo e permette la condivisione. Con gli atleti della Nazionale ci si incontra qualche volta durante le gare e in occasione del raduno, e nonostante la frequentazione non sia assidua, tutti ci sentiamo parte di una squadra. Viviamo la stessa passione e le stesse difficoltà. Giuditta Turini e Cristian Minoggio, miei compagni, hanno contribuito in modo decisivo al trionfo della Nazionale Azzurra nella classifica per team. E tutti abbiamo gioito con loro». I traguardi ottenuti hanno permesso all’Italia di conquistare l’oro con 908 punti contro gli 800 della Spagna (argento) e i 668 del Giappone (bronzo). E quali sono i progetti futuri di questa “piccola corridora del cielo”? «Riposarmi un po’, ma non troppo: non è nelle mie corde. Io e mio marito, impagabile compagno di tante sfide, siamo affascinati dall’orienteering, una disciplina da sviluppare in coppia. Bisogna misurarsi con abilità diverse, creare un proprio percorso partendo da una mappa. È uno sport interessante, che non escludiamo di provare in futuro. Un altro sogno? Il Tor des Géants, “giro dei giganti” che si sviluppa al cospetto delle più alte montagne d'Italia e d'Europa: il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino e il Gran Paradiso. Sono 300 km che richiedono una preparazione fisica notevole, la capacità di restare svegli a lungo. Un impegno per il corpo e per la mente. Chissà che un giorno possa raccontarvi anche questa avventura…».