"UNO SGUARDO VERSO EST"
18/12/2021


Dieci anni senza Havel


Václav Havel, drammaturgo, scrittore, poeta, dissidente, prigioniero politico e primo Presidente della Cecoslovacchia libera dopo la caduta del muro, morì il 18 Dicembre 2011 all´età di 75 anni. Il mio libro preferito di Havel è "Il potere dei senza potere", magnificamente scritto nel 1978, che racconta l´essenza della dittatura comunista basata su un´ideologia primitiva e martellante ma che funzionò (fino al 1989). Havel, come pochi, fu capace di illustrare nella figura principale del libro la degenerazione della democrazia. Il protagonista, un ortolano di nome XY, uomo qualunque come tanti altri, un giorno si ribella, non accetta più l´inganno rappresentato dal partito che si presentò dall´inizio come unico portatore della verità del progresso, della patria e dei valori umani. La demagogia rossa usò ogni forma di propaganda per mantenere il potere (dopo averlo prima conquistato ovviamente) e basava la sua ideologia sull´illusione di offrire un´identità, una moralità superiore. La demagogia rossa usava soprattutto la propaganda del nemico, i nemici erano ovunque e sempre, come il capitalismo, l´Europa occidentale, la fede, gli intellettuali e, se il nemico non esisteva, il partito li inventava insomma, la lotta per difendere i veri valori era costante, quotidiana. Il libro di Havel è unico perché racconta la maturazione del signor XY con la sua consapevolezza, quando si rende conto che il partito lo usa, lo sfrutta solo ed esclusivamente per avere il potere. Quello dei senza potere è il manifesto di un uomo, di un´intera generazione che divenne consapevole della falsità e della pericolosità dell´ideologia poi, nel 1989 fece cadere il muro. La foto che pubblico illustra Havel nel 1974 mentre lavorava in una birreria come operaio sotto il controllo della polizia segreta, dovuto alle sue idee.