I superstiziosi lo considerano un giorno
sfortunato. Per Stefania Brignolo è stato esattamente
il contrario: BB09, il suo negozio di abbigliamento bambino-ragazzo di corso XX
Settembre, ha alzato la saracinesca per la prima volta proprio di venerdì 13.
“Dopo 10 anni in ufficio, nel settore
del vetro, e un anno nell'immobiliare, ho deciso di voltare pagina, cambiare
vita. Sognavo un negozio già da ragazzina e nel 2009 ho intrapreso questa
avventura. Non sapevo nulla di campionari, vetrine, brand: ho imparato un po'
alla volta, con determinazione e coraggio.
Non è facile gestire un'attività
commerciale, fare quadrare tutto, ma è un mestiere che mi appassiona e mi fa
sentire bene. Le giornate sono lunghe e faticose, ma non potrei fare altro. La
vita da impiegata non faceva per me, stare a contatto con le persone, occuparmi
direttamente della vendita mi gratifica molto di più. Con le mie clienti ho
creato negli anni un rapporto di stima e fiducia reciproca. Mi scrivono, mi
chiamano, passano dal negozio anche solo per farmi un saluto e questa è inubbiamente una grande soddisfazione”.
Ma andiamo per ordine.
Bb09 fino a pochi anni fa si chiamava
Baby Birba e molti in città lo identificano ancora con il vecchio nome. Come
mai hai scelto di cambiare? “Il primo negozio, in Passaggio Centrale, era molto,
molto più piccolo e dedicato soprattutto ai neonati e ai bambini, con capi 0-9.
I primi due anni sono andati bene, nonostante in città ci fossero molti negozi
moda-bimbi.
Nel 2011 ho cominciato a maturare
l'esigenza di uno spazio più grande: i bambini hanno bisogno di muoversi.
Entrano le neo-mamme con la carrozzina o con bimbi piccoli, 40 metri quadrati
non erano adatti. Dovevo fare il salto, cercare un nuovo locale, con una
metratura più ampia. Così insieme alla mia socia di allora, Alessandra Rivolta,
ci siamo trasferite in corso XX settembre. E abbiamo iniziato a scrivere un’altra
pagina della nostra storia. Abbiamo preso contatto con nuovi marchi, Ie tendenze e sempre più capi per ragazzini.
Rispetto all'inizio il neonato è meno richiesto,
mentre va fortissimo il ragazzo dai 12 ai 16 anni. Baby Birba rimandava troppo
alla prima infanzia, BB09 è invece più adatto ad abbracciare tutte le età”. Ma
non è solo il nome ad essere cambiato. Tante cose non sono più come 11 anni fa.
“Non amo i social, e questo certamente
non gioca a mio favore.
Oggi tutto passa anche attraverso una
comunicazione virtuale, veloce, immediata. I tempi sono cambiati, così come le
esigenze. I clienti nel 2020 te li devi andare a prendere, li devi conquistare,
richiamare, non puoi più permetterti il lusso di aspettarli in negozio.
Utilizzo facebook
sicuramente meno di quanto dovrei, ma già da 6 anni mi sono costruita una banca
dati. Avere tanti contatti, mandare mail e whatsapp
mi aiuta, mi permette di informare i clienti e mantenerli aggiornati sulle
promozioni e sulle novità. E' un lavoro complesso, di cose da fare ce ne sono
tantissime, ma la fatica non mi spaventa”.
Per andare avanti i rapporti con i
vicini di bottega sono fondamentali. “Parlare con gli altri, confrontarsi
permette di crescere. I commercianti devono essere collaboratori, non concorrenti”.
Gestire un'attività in proprio non è
semplice e Stefania, che è anche mamma di due figli di 15 e 10 anni, lo sa
bene. “Tre anni fa la mia socia ha deciso di trasferirsi a Tenerife e così in
società è entrata Erika Zoia, che lavora insieme a me alcune ore al giorno. La
difficoltà maggiore? Non riuscire a staccare mai, la testa è sempre in negozio.
Per me il mio lavoro è soprattutto un servizio, per questo in 11 anni non ho
mai chiuso, neppure ad agosto, se non solo per due o tre giorni”.
Il segreto è non fermarsi mai: “Bisogna
avere il coraggio e la forza di cambiare, di evolversi. Una vetrina? Mai la
stessa per più di 10 giorni. E anche durante il lockdown
mi sono rimboccata le maniche. A partire dal 1 aprile proprio su richiesta
delle mie clienti, ho avviato il servizio a domicilio. E’ stato impegnativo,
non posso negarlo, ma era importante esserci”.
E' proprio Stefania a svelarci i colori
per la prossima stagione autunno-inverno. “Per il maschio il blu è intramontabile,
ma da tre anni a questa parte anche il fluo va fortissimo. Basta un dettaglio,
una scritta, a fare la differenza. Felpe, pantaloni e maglie anche senape,
lime, verde bottiglia e grigio. Il bambino cerca la comodità, la femmina il
dettaglio. Chi entra da me non vuole capi banali, ma qualcosa di di-verso. Glitter tantissimo, ma anche bordeaux, e panna. E
chiaramente oro. Richiestissimo!”.